22 ottobre 2019
Nell’ambito dello studio “The Pulse of Autonomous Driving” Audi ha intervistato 21.000 persone per capire quello che pensano dei veicoli senza conducente.
Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Spagna: sono questi i Paesi di provenienza delle 21.000 persone intervistate da Audi, con il supporto degli specialisti di Ipsos, per realizzare la ricerca “The Pulse of Autonomous Driving” sulla guida autonoma. Al centro dell'indagine tematiche razionali ed emozionali, valori e stili di vita, per comprenderne le influenze sul modo di concepire la guida autonoma, argomento ampiamente dibattuto - tanto che il 90% degli intervistati aveva già sentito parlare almeno una volta di questa tecnologia. Lo studio ha dimostrato l’esistenza di grande curiosità e interesse nei confronti della guida autonoma: il 22% ha dichiarato di saperne molto, anche se solo l'8% si è dimostrato realmente in grado di darne una definizione esatta. In ogni caso, più della metà degli intervistati si è detta disposta ad una prova pratica dei sistemi di guida autonoma.
In generale, tutti gli intervistati vedono potenziali vantaggi in termini di efficienza e di sicurezza, ma anche di accessibilità, soprattutto riguardo a categorie specifiche: bambini, anziani e disabili, o anche chi semplicemente non ha la patente.I benefici della guida autonomaQuanto al tempo trascorso a bordo, la maggior parte delle persone lo userebbe per godersi il panorama, per leggere, ascoltare la musica o guardare film, oppure per parlare con gli altri passeggeri.
Le preoccupazioni derivano principalmente dal lasciare il controllo all'auto in caso di emergenza e da un grande interrogativo: l'auto è in grado di cavarsela in tutte le situazioni in modo indipendente? Nonostante l’interesse e i benefici riconosciuti, la guida autonoma segna comunque un delicato punto di svolta nel rapporto uomo-macchina: il 41% dei partecipanti alla ricerca si è mostrato diffidente nei confronti della guida autonoma e più di un terzo ha mostrato una certa ansia.Resistenze nel lasciare il controllo Oltre la metà degli intervistati ha sentito parlare di incidenti in cui fossero coinvolti veicoli a guida autonoma, ma nei due terzi dei casi ciò non ha modificato la loro opinione.
In generale, le persone più ben disposte verso la guida autonoma sono giovani, hanno un alto grado di istruzione e un reddito elevato. Gli approcci variano anche in base al Paese: in Cina c'è molta euforia verso la guida autonoma, così come in Corea del Sud. Spagnoli e italiani sono in prima linea in Europa, mentre tedeschi e francesi sono più prudenti, al pari di americani, giapponesi e britannici. Lo studio ha poi preso in considerazione anche altri aspetti legati a valori e stile di vita dei potenziali utenti, riuscendo così a delineare 5 differenti profili tipo che vanno dal rifiuto all’entusiasmo nei confronti della guida autonoma.
Il diffidente (14%) preferisce avere il volante fra le mani. È molto attento alla sicurezza e trova pericoloso tutto ciò che non conosce, incluse le nuove tecnologie. Dunque, preferisce lo status quo e del resto non prova emozioni nei confronti delle auto, che sono solo mezzi per spostarsi. Non si interesserà alla guida autonoma fino a quando non diventerà un fenomeno di massa.
Il riluttante (24%) ha uno scarso interesse verso la guida autonoma, la conosce poco ma ha qualche curiosità al riguardo. Immagina che l'auto possa prendere il controllo nel traffico, in autostrada o in fase di parcheggio, ma vuole anche poter intervenire in qualsiasi momento. La sicurezza è un aspetto chiave e non c'è alcuna voglia di provare avventure, di nessun tipo.
Il copilota (30%) vede la guida autonoma sotto una buona luce, ma comunque non ne ha una visione manichea. Si aspetta più sicurezza, validata da test in condizioni reali, e una maggiore comodità, ma vuole poter intervenire in qualsiasi momento. Inoltre, vorrebbe avere una propria auto a guida autonoma, piuttosto che condividere il veicolo.
Il trendsetter (16%) ama le nuove tecnologie e vorrebbe provare la guida autonoma il prima possibile. Il motivo, soprattutto, è che farlo migliorerebbe la propria immagine e reputazione. Ovviamente c'è molto interesse verso la tecnologia e la sicurezza, ma anche nei confronti degli algoritmi e dei sistemi che governano un veicolo a guida autonoma.
Il tecnologico (16%) salirebbe a bordo di un veicolo a guida autonoma subito. Pensa che sia solo una questione di tempo prima che questa tecnologia diventi realtà e ha un approccio molto flessibile. È l'unico utente che non si preoccupa della perdita di controllo ma piuttosto della mancanza di un quadro giuridico ben definito. Non è preoccupato di essere semplicemente un passeggero e crede in una mobilità facilmente accessibile per tutti, molto più comoda e soprattutto molto più sicura.
I risultati di questo studio dicono che c'è molto margine per migliorare la conoscenza della guida autonoma, rafforzare il know-how sugli aspetti tecnici, sui benefici per la società e sui limiti di questa tecnologia. Il potenziale è elevato, ma bisogna fissare aspettative appropriate. L'attitudine nelle persone è molto diversa a seconda del contesto e bisogna tenere conto delle necessità specifiche di ogni territorio. Ad ogni modo, i tre argomenti chiave sono la sicurezza, la legislazione e l'affidabilità della tecnologia e appare evidente la necessità di un approccio interdisciplinare e una collaborazione tra tutti i settori della società, dall’industria alla politica.
Fonte Audi AG